Luigi Baldascini

Founder

Prof. Luigi Baldascini

Da studente appassionato agli studi di medicina dal quarto anno in poi dovetti frequentare quasi tutte le cliniche per capire la mia vera vocazione: non ero pronto ad identificarmi con gli dei medici e chirurghi, anzi le loro tecniche mi sembravano troppo meccaniche per le mie necessità di capire di più l’essere che ospita il corpo umano. Scelsi di specializzarmi in psichiatria. Il corso era interessante ma teorico. La teoria in voga era quella freudiana e iniziai anche una analisi personale durante il corso di specializzazione che durò circa sette anni. Era tutto molto edificante e interessante. Tuttavia era il periodo della cosiddetta lotta al manicomio e gli studi universitari iniziarono a sembrarmi troppo limitati. Sentivo che dovevo entrare in campo, divenni medico volontario presso l’ospedale psichiatrico diretto dal Prof. Sergio Piro. In ospedale si formò un primo nucleo di giovani specializzandi in psichiatria che cercavano di riordinare e riorganizzare il mondo chiuso e totalizzante del manicomio. Mi dedicavo con passione al lavoro di umanizzazione dell’ospedale e mi occupavo soprattutto della relazione terapeutica con i pazienti più giovani. I risultati spesso erano ottimi, ma nel tempo risultò evidente che i pazienti dimessi dopo qualche settimana ritornavano peggiorati. Era chiaro molto che la famiglia operava una sorta di “reintegro” della malattia. Decisi di capire cosa accadeva realmente nella famiglia, al di là delle varie ipotesi e teorie spesso miravano anche a colpevolizzarla. Con un gruppo di colleghi volli approfondire la terapia familiare che in Italia, proprio in quel periodo, nasceva ad opera di alcuni coraggiosi pionieri. Furono quattro anni di training intensi che mi portarono a decidere di abbandonare il campo analitico e dedicarmi all’approccio sistemico-relazionale. Da allora i pazienti non li vedevo più come isole, ma sempre in collegamento con le loro famiglie e con gli altri gruppi significativi. Il lavoro migliorò e nel 1978 con l’applicazione della legge Basaglia scelsi di operare su uno dei territori campani. Ero libero di applicare i concetti della teoria sistemica alla famiglia e ad un altro importante contesto: la scuola. Era molto entusiasmante vedere cambiare sia i pazienti che le relazioni familiari o del gruppo degli insegnanti. Molti pazienti trattati seguendo l’approccio sistemico restavano in famiglia, cercavano un lavoro e non ritornavano più in manicomio. Questi successi terapeutici convinsero alcuni giovani psicologi, che spesso partecipavano alle sedute, a chiedere di essere formati. Nacque così il primo Istituto di Terapia Familiare di Napoli. Con i due colleghi con cui divisi le sorti dell’istituto lavoravo bene e il sodalizio durò ben nove anni. Nel 1990 decisi di fondare l’Istituto di Psicoterapia Relazionale per dedicarmi, oltre alla clinica e alla formazione, anche alla ricerca. La ricerca per me era un aspetto molto stimolante perché all’epoca la terapia sistemica avevo un statuto soprattutto tecnico: si occupava infatti solo di aspetti inerenti i rapporti interpersonali, la comunicazione verbale e non verbale, di aspetti relazionali ed emozionali che emergevano nei rapporti ecc. Personalmente ero interessato all’uomo nella sua interezza e volevo capire se era possibile costruire una teoria della personalità usando il vertice di osservazione sistemico. Partii dalla considerazione che era necessario comprendere lo sviluppo dell’essere umano sano e poi cercare di approfondire come s’instauravano le patologie. La domanda che mi posi fu: “in che modo il vertice sistemico può contribuire alla comprensione della crescita dell’individuo?”. Nacque così un Modello che chiamai di Articolazione Intersistemica. Grazie al modello fu possibile avere basi più solide per costruire relazioni terapeutiche efficaci ed avere un modello sistemico per la formazione in gruppo. L’applicazione del modello in campo clinico dalla sua originaria formulazione nel 1992 ad oggi ha subito una sua continua evoluzione anche per i contributi del gruppo didattico ed ha rivelato l’effettiva valenza ed utilità per i suoi numerosi punti di forza: l’utilità di una griglia di lettura per valutare lo stile di personalità e il funzionamento globale dell’individuo a livello sia intrapsichico che interpersonale; l’ipotesi del funzionamento patologico in base all’immobilità del soggetto in uno dei sistemi interpersonali connesso isomorficamente con il sistema intrapsichico corrispondente; la possibilità di effettuare una diagnosi relazionale multidimensionale dell’individuo con le sue risorse e spinte; etc. (vedi nella sezione ricerca Modello di Articolazione intersistemico).